lunedì 30 luglio 2012

TRENOff – a Bologna dal 14 al 16 settembre 2012

Ci è giunta voce di questa interessantissima iniziativa:

Soli contro tutti diretto da Aidoru

6 – 7 SET 2012 _ Workshop per la creazione di un concerto urbano per 50 chitarristi e bassisti elettrici 
14 SET _ Performance con i partecipanti

Laboratorio per la costituzione di un'orchestra di chitarre e bassi elettrici per l'evento dal titolo SOLI CONTRO TUTTI, che si svolgerà il 14 Settembre 2012. L'orchestra sarà coordinata da Dario Giovannini di Aidoru Associazione. Per partecipare occorre semplicemente essere in possesso di un proprio strumento, un amplificatore ed essere disponibili per le giornate di laboratorio e prove il 6 e 7 settembre 2012 e per la giornata di presentazione della performance il 14 Settembre 2012.
Non occorre una preparazione tecnica e musicale specifica, dal momento in cui l'orchestra e il repertorio verranno articolati e strutturati in base ai musicisti reperiti.
www.aidoruassociazione.com



Info e iscrizioni trenoff@liv-bo.com Tel. 0519911785
entro e non oltre il 6 settembre 2012


Per saperne di più vi invitiamo a cliccare su questo link



Sono passati ormai 40 anni dalla morte di Jimi Hendrix e ancora la chitarra è prevalentemente uno strumento solista. Lo strumento che "fa gli assoli", uno strumento solo, così come lo è il basso. Ancora oggi, i gruppi rock hanno al loro interno dei ruoli ben definiti e caratterizzati, forse addirittura stereotipati. Il chitarrista che fa gli "assoli" alla Hendrix, il chitarrista ritmico, il bassista, il batterista e via dicendo: l'insieme di questi elementi costituisce il gruppo rock. Siamo lontani dal concetto di orchestra, un insieme di strumenti che nella loro complicata articolazione va a costituire un timbro complesso ma unitario.

E' possibile ipotizzare un’orchestra costituita da cinquanta elementi fra chitarristi e bassisti che non suoni come la somma di più solisti, ma come una nuova fusione timbrica organizzata e armonizzata?
Strumenti elettrici possono convivere con strumenti acustici? Un'orchestra di chitarre e bassi è un'esperienza che rischia di risultare solamente un semplice evento performativo?
Tra l'altro una cosa già fatta e già vista: come tutto il resto in fondo. Ma forse non è stato detto ancora tutto e le sperimentazioni passate non hanno portato se non all’evidenza di un’insieme di strumenti soli. Si vuole quindi creare un momento di riflessione, un’occasione per sperimentare, si vuole provare a trovare una nuova chiave di stesura della partitura, una chiave di gestione per fare in modo di creare un “tutti” omogeneo e sensato. Da qui la volontà di approfondire questo aspetto per cercare di abbandonare i luoghi comuni e gli stereotipi e per trovare un senso profondo, un nuovo timbro, una nuova possibilità di scrittura.
Nelle partiture classiche viene evidenziata l'alternanza fra soli e tutti, una convivenza, una dicotomia che giustifica allo stesso tempo l'importanza dello strumento solo e la sua fusione con tutti gli altri.
E' possibile riportare questa dicotomia anche in un orchestra di chitarre e bassi?
Forse sì, ma è necessario scrivere in maniera orchestrale, insegnare a ogni strumentista
l'importanza di essere parte fondamentale di un tutto più ampio, ampliando il concetto all'architettura, all'installazione e alla società. Essere parte visiva di un tutto esteso, costituito da palazzi, traiettorie, pubblico, popolo, cielo, spazio, luce, aria.
Per un musicista solista la cosa più difficile è il sapersi limitare, il sapere dosare il proprio suono perché si amalgami con quello di tutti gli altri, perché si abbandoni ad una sonorità avvolgente della quale costituisce parte fondamentale ma non principale.
Allora vogliamo allargare la riflessione ad un livello molto più vasto di quello del suono.
Vogliamo partire dall'immersione in un luogo, in un popolo, in una massa universale costituita da terreno neutro, aria, cielo e respiro. Vogliamo che questo evento si svolga in piazza proprio in rappresentanza di una fusione più ampia con qualcosa che ci circonda.
Forse partendo da un piano più assoluto, dall'immersione in un qualcosa di avvolgente, qualcosa che ci contiene e che ci giustifica, sarà possibile abbandonare lo stereotipo che suo malgrado ha creato Jimi Hendrix, il più grande chitarrista solista di tutti i tempi: l’unico che è riuscito con un solo strumento a ricoprire tutti i ruoli di un’orchestra.

Dario Giovannini